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mercoledì 3 aprile 2019

UniMig 2019 - Il caporato combattuto sul campo

La seconda lezione dell'Università delle Migrazioni 2019 ha trattato il tema del caporalato, in quanto fenomeno collegato alla presenza di migranti e rifugiati sul territorio nazionale, ma più ampiamente come fenomeno originato dallo sfruttamento lavorativo nei confronti di uomini e donne di ogni nazionalità.

Si è scelto di indagarlo a partire dalla testimonianza diretta di chi lavora sul territorio per contrastare caporalato e sfruttamento, che sono - ci è stato spiegato - due fenomeni diversi. Il primo infatti è uno degli aspetti del secondo e riguarda la "logistica" dello sfruttamento, che si organizza intorno a figure di intermediari (i "caporali,", appunto), che "provvedono", dietro il riconoscimento di importanti somme di denaro, che sottraggono al lavoratore già sottoposto - nella campagne - a forme di pagamento per lo più irregolari e sottopagate rispetto agli standard sindacali della categoria, arrivando fino al punto di ridurre, in alcuni casi, il lavoratore ad una forma di lavoro quasi gratuito e semi-schiavitù.

Abbiamo appreso che per i lavoratori stranieri i caporali sono normalmente due, uno dei quali connazionale del cittadino non italiano, il primo "mediatore" naturale con la persona, soprattutto quando è appena giunta nel territorio in cui cerca lavoro. Il secondo, invece, che rappresenta ad un livello più alto la catena di sfruttamento.

A raccontarci tutto questo è Alessandro Armando, coordinatore locale nella diocesi di Saluzzo (Cuneo) del progetto "Presidio" della CaritasItaliana, che da tre anni ormai si occupa di andare a contattare i lavoratori sottoposti a sfruttamento nelle campagne di tredici diocesi italiane, fornendo loro ascolto, informazioni di base, orientamento legale e sindacale. Inoltre la Caritas diocesana ha contribuito sul territorio al coinvolgimento delle associazioni di categoria, dei sindacati e - con il supporto dell'amministrazione comunale e di Libera Piemonte - alla realizzazione di un dormitorio coperto per cercare di superare la situazione di estremo degrado e assenza di diritti per le persone che - durante la lunga stagione della raccolta della frutta - dormono in fabbriche abbandonate della bella cittadina piemontese o in altre soluzioni di accampamento di fortuna.

La scelta di portare un'esperienza del Nord Italia è stata voluta, da parte dell'Università delle Migrazioni, che aveva l'intenzione di dimostrare come il fenomeno sia diffuso in tutta Italia, pur avendo connotazioni molto più pesanti nelle regioni meridionali, dove la maggiore presenza della criminalità organizzata in termini di controllo del territorio rende più difficile l'ambiente di lavoro e le condizioni complessive dei lavoratori, che anche nei mesi recenti hanno trovato la morte. La serata è stata dedicata agli ultimi morti alla tendopoli di San Ferdinando, in Calabria.

Ma il trait-d'-union tra situazioni di caporalato e sfruttamento lavorativo nella campagna di tutta Italia è certamente costituito dalla "filiera" dei prezzi, che inizia nei campi e finisce nei piatti dei consumatori, dove il prezzo pagato alla grande distribuzione (supermercati) per l'acquisto di frutta, verdura e altri generi alimentari viene pesantemente condizionato dalle diverse intermediazioni commerciali che avvengono dal momento dalla produzione a quello del consumo.

Come ipotesi concreta e prassi consolidata di contrasto a questa formula da parte dei cittadini - consumatori, nella seconda parte della lezione, gli operatori del Distretto dell'Economia Solidale della Provincia di Varese ci hanno presentato la loro idea di Piccola Poetica Distribuzione Organizzata di prodotti alimentari, una modalità che consente - attraverso il rapporto diretto con produttori "certificati" (dalla conoscenza diretta con i consumatori, che dedicano a ciò volontariamente il proprio tempo) non solo sulla qualità organolettica, ma anche produttiva dei loro beni - di saltare le intermediazioni e avere in tavola a prezzi simili a quelli del supermercato prodotti alimentari di maggiore eticità e qualità.


A questo scopo è nata, sul territorio del Saronnese, la cooperativa Aequos, che si occupa - anche attraverso la gestione del magazzino di Uboldo - di distribuire in maniera puntuale e organizzata sul territorio i prodotti a filiera corta ed etica che raggiungono un numero sempre più alto di persone e famiglie anche nel nostro territorio. Il tutto avviene, peraltro, in una logica di democrazia decisionale molto avanzata e partecipativa dal basso di ogni soggetto coinvolto.